Il "Macellaio"

 

Durante la sanguinosa battaglia d'Ungheria del marzo '45 Hitler ordina alla 40 Panzerarmee di Sepp Diettich - un complesso di dieci divisioni fra le quali vi sono quelle temibili delle SS "Adolf Hitler", "Das Reich", "Totenkopf "e "Hohenstaufen" - di tenere a ogni costo i ponti sul Danubio. L'impresa fallisce e il Führer, schiumante di rabbia, dispone che, in segno di punizione, alle SS delle quattro divisioni vengano tolti i bracciali di appartenenza alla Leibstandarte.
Dietrich scrive a Hitler di preferire il suicidio all'esecuzione di un ordine del genere e, fatto un pacco delle proprie decorazioni, lo invia al Signore della Guerra (di qui nascerà la leggenda secondo cui gli ufficiali della Leibstandarte avrebbero mandato le loro medaglie al Fuhrer in un vaso da notte, assieme a un braccio umano con la fascia "Adolf Hitler").
Il gesto di Dietrich, che non ha conseguenza alcuna perché ormai Berlino è stretta nella morsa finale, dà un'idea dell'uomo che lo compì. Di origine austriaca ma nato in Baviera, ad Hawangen, nel 1892 (e morirà settantaquattrenne, a Ludwigsburg, in Wurttemberg, nel 1966) Josef Dietrich, detto Sepp, da ragazzo ha fatto il garzone di macellaio e già nel 1911, appena diciannovenne, si è arruolato nell'esercito imperiale. La sua carriera sotto Hitler (è uno dei ventisette titolari della Croce di Ferro con fronde di quercia, spade e diamanti e, assieme a Paul Hausser, l'unico a raggiungere il grado di Oberstgruppenführer- SS generale di çorpo d'armata) gli vale invidie e critiche di ogni genere.

 
  Foto: Dietrich e Himmler durante un raduno delle SS

Ritenuto rozzo, vanitoso e ignorante (parlava in effetti un tedesco approssimativo), descritto come un "barista piuttosto male in arnese", lo stesso feldmaresciallo von Rundstedt - uomo sempre attento a giudicare gli Altenkämpfer, specie se amici intimi di Hitler - lo definisce "un buon diavolo ma stupido" .
È Il tipo di comandante che piace al Führer.
In realtà Dietrich, nonostante la sua aria contadina e un fisico tutt'altro che marziale appartiene all'età delle macchine: nell'esercito imperiale ha seguito un corso di istruzione tecnica ed è entrato in una delle prime unità bavaresi corazzate guadagnandosi sia il grado di sergente maggiore sia un riconoscimento di grande competenza in fatto di panzer.
Terminato il conflitto Dietrich ha aderito al Corpo Franco "Oberland". di Monaco battendosi in Slesia; nel 1928, entrato nel partito nazista, è autista personale del Führer, diventando poi capo della guardia del corpo di Hitler, la SS-Stabwache (nucleo iniziale della Leibstandarte) formata da otto bravacci come lui, armati di pistole e di scudisci.
Dotato di indubbio magnetismo personale, gran capo di uomini, sicché si può attribuire a lui la formazione dell'alto spirito combattivo delle migliori divisioni SS come la Das Reich, Dietrich è alla testa dei reparti SS al momento dell'entrata della Wehrmacht a Vienna e a Praga (1938). Nel '39 comanda in Polonia il reggimento motorizzato della Guardia (che poi diverrà brigata e, in seguito, la famosa 1° Panzerdivision "Leibstandarte Adolf Hitler"). L'anno successivo combatte in Olanda (a La Haye), in Francia (a Villers-Cotterêt di Saint-Etienne), in Grecia (Corinto) e in URSS a Rostov, Harkov e Kursk. Nel corso dello sbarco alleato in Normandia si fa decimare col suo 1° Corpo corazzato SS.
Il Führer che lo ammira sinceramente ("È un fenomeno che può stare alla pari di Frundsberg, Ziethen e Seidlitz. È una specie di Wrangel bavarese, un elemento insostituibile"), nell'offensiva delle Ardenne gli affida il comando della 6° Panzerarmee, una delle due grandi unità che devono aprire un varco nello schieramento alleato, sicuro che riuscirà pienamente nel compito.
Per sua fortuna, Dietrich viene fatto prigioniero dagli americani anziché dai sovietici. Processato nel luglio '46 e condannato all'ergastolo quale responsabile di due massacri avvenuti durante la battaglia delle Ardenne (a Malmédy, 71 soldati USA assassinati e a Stavelot 93 civili uccisi) torna libero una decina di anni dopo, nel 1955. È ormai un uomo dimenticato. Ma viene accusato l'anno dopo di aver ucciso personalmente Rôhm - il capo delle SA, grande rivale di Hitler - durante la "notte dei lunghi coltelli" del 30 giugno '34. Risulta, infatti, che sei comandanti SA sono stati assassinati, per suo ordine e sotto i suoi occhi, nelle carceri di Monaco. Però anche questa volta riesce a cavarsela e nel '57 si ritira in Wurttemberg a godersi la pensione di ex generale di corpo d'armata.

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Losef "Sepp" Dietrich